UNA FARMACOPEA DI RIMEDI NATURALI
Per curare le malattie più comuni, la medicina incaica usa rimedi
d'origine animale, vegetale e minerale. Alcuni guaritori itineranti percorrono
le province muniti di droghe e d'erbe preziose. Alle piante medicinali
gli spagnoli s'interessano subito, visto che anche in Spagna ci si cura
con le erbe; ma fin dal 500 cominciano ad importare anche numerose piante
europee. I contadini Indios le adattano pian piano ai propri bisogni, pur
continuando a preferire i prodotti della farmacopea tradizionale; del resto
anche i conquistadores fanno indifferentemente uso delle une e delle altre.
Nella diffusione di questo tipo di rimedi fondato sulle erbe, i parroci
hanno un ruolo importante, in quanto sono loro a trascrivere le ricette
che circolano in tutto il paese; infatti, sebbene a Lima sia sorta una
buona università, esistono pochissimi medici. Ben diverso è
lo scopo della stregoneria che mira all'annientamento del rivale. Alle
pratiche indigene vengono ad aggiungersi le tecniche importate dagli spagnoli
e dagli schiavi negri, come le bamboline modellate ad immagine del nemico
e trafitte con frecce o spilloni per provocarne la morte. In Europa cominciano
a circolare libri di stregoneria, arricchiti dei frutti della scienza andina.
Ora anche molti spagnoli danno per certo che le huaca sono in grado di
emettere emanazioni malefiche capaci di dissecare l'anima e il corpo dei
sacrileghi che si attentano a profanare le sepolture… Così, in qualche
modo, anche le medicine e la stregoneria contribuiscono a preparare
un comune linguaggio culturale ai popoli che nel 500 iniziano la loro travagliata
convivenza sui territori dell'antico Impero incaico.
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