Nacque
a Cizio, sull’isola di Cipro nel 336-335 a.C., morì in vecchiaia di morte
volontaria. Secondo Diogene Laerzio a lui appartengono numerose opere, quali Lo Stato; Della vita secondo natura;
Dell’istinto o della natura umana; Delle passioni; Del dovere; Della legge;
Dell’educazione greca; Dell’universo; Dottrine di Pitagora; Universali, e
alcune trattazioni sullo stile e la lettura e l’arte retorica nei poemi
omerici. Di Zenone conosciamo anche altre opere quali Dissertazioni; Logica; Dell’Essere; Della natura; Aneddoti morali;
sulla teogonia di Esiodo e infine le Memorie
di Cratete. Di tutte queste opere abbiamo solo pochi frammenti, ma in
queste Zenone fissa le linee essenziali dello stoicismo anche se nel suo
pensiero troviamo contraddittoriamente elementi della Cinica. Nella logica di
Zenone l’uomo è considerato essere capace di percepire solo l’aspetto reale delle cose a discapito del concetto o
idea, considerato privo di validità obiettiva.
La dialettica permette al sapiente di distinguere ciò che è vero da
ciò che è falso evitando l’ambiguità del discorso.
La fisica di Zenone si basa su un principio dell’universo attivo
(Dio) e uno passivo (materia) da cui derivano i quattro elementi e l’etere.
Anche l’anima umana è considerata spirito fornito di calore e pervaso dal fuoco
in quanto costituito dal fuoco, perciò può sopravvivere molto più del corpo ma
finisce col dissolversi. Il corpo è costituito principalmente di otto parti: la
ragione, i cinque sensi, l’organo della voce e quello della generazione.
L’etica zenoniana è detta della rinuncia poiché si fonda sul
principio della vita morale e sulla condizione che la vera e perenne felicità è
vivere secondo natura. Il bene ultimo consiste nella vita virtuosa che si
raggiunge con la liberazione dalle passioni e la realizzazione del pieno
dominio di sé.